Angelo Maffioletti, classe 1915, nasce a Stezzano, venendo ad arricchire una già numerosa famiglia, cosa tanto comune a quei tempi quando la vita era scandita dai rintocchi delle campane che avvertivano quando ci si doveva svegliare per il lavoro nei campi o in officina, quando era ora di desinare a mezzodì, quando si doveva interrompere alla sera, all'Ave Maria, con una preghiera e la cena attorno alla tavola circondata da tanti frugoletti famelici, con il nonno a capotavola, il babbo sulla destra, poi via via i figli, dal più grande, fino all'ultimo nato, magari in braccio alla mamma per evitargli di inzupparsi, mentre la nonna faceva la matrona distribuendo la minestra ad uno ad uno. Erano tempi di gran povertà, ma anche di estrema dignità e grande senso della famiglia. In casa c'era il rispetto per i nonni e i genitori, c'era il culto per l'educazione e nessuno s'azzardava ad interrompere quando parlavano gli anziani.
In una di queste famiglie, buone e sane, è vissuto felice il nostro Angelo, fino al 1936 quando è arrivata la cartolina precetto.
La naja la compie fra gli Alpini, aggregato al Battaglione Tirano, 49a Compagnia. Nel '39 viene richiamato e nel '40, sempre nel Battaglione Tirano, viene mandato in Francia, ai piedi del Monte Bianco, dalle parti di Chamonix. Il 24 giugno arriva l'armistizio con la Francia e il nostro fa ritorno in patria, ma vi rimane per poco tempo perché nel '41 lo mandano in Albania dove partecipa alle battaglie di Corizza, Monte Cucco, Koritopi. Viene richiamato in Italia e inviato come istruttore a Cuneo.
Nel frattempo, approfittando della licenza per la morte del genitore, si sposa con la signora Antonia.
Nel 1942 parte per la Russia, sempre nel Reggimento del V Alpini, Battaglione Tirano, 49a Compagnia col grado di sergente.
Arrivato sul Don si attesta con la sua squadra a difesa della linea. Partecipa a tutte le azioni della fine '42 e del tremendo gennaio '43 con il ripiegamento verso il Donetz, intercalato da continue battaglie, scaramucce, scontri accesi, fino a Nikolajewka. Nella ritirata si procura un cavallo, preso a un tedesco e un mulo e con questi due fedeli alleati si trascina fino al luogo di raccolta, al di là della sacca, dopo aver rotto l'ostinato accerchiamento dei russi.
È un calvario continuo, sia perché una pallottola gli è penetrata in una gamba e gli procura dolori lancinanti, sia perché vittima del congelamento. Viene caricato con altri feriti su un camion, poi sul treno e attraverso l'Ungheria e l'Austria arriva in Italia e ricoverato all'ospedale di Lecco. Qui purtroppo dato l'avanzare della cancrena, aggravata anche dal congelamento, i medici sono costretti ad amputargli la gamba. Viene decorato con la Croce di Guerra e una medaglia per la campagna di Russia.
Questa, brevemente, la storia di Angelo Maffioletti, Alpino della prima ora e Alpino anche adesso, nel Gruppo di Azzano, paese dove s'è stabilito dal 1978 e dove abita. S'è inserito nel Gruppo con tanto entusiasmo, tanta passione, tanta voglia di rendersi utile da essere di esempio ai più giovani. Faceva un po' di tutto: in sede lo vedevi che puliva, preparava il caffè, serviva al banco. Al sabato e alla domenica eccolo sempre presente alla chiesetta dei Morti a preparare l'impasto per la malta, scaricare il cemento, aiutare un po' tutti, con una giovialità e una carica di umanità invidiabili.